Dietro le quinte: scopriamo il “Moulage”
Quando si parla di simulazione, in qualsiasi ambito, ci riferiamo ad un qualcosa che possa riprodurre fedelmente situazioni, talvolta nella realtà ad alto rischio, dove chi partecipa deve allenare capacità tecniche e non tecniche e, a mio avviso cosa più importante, deve prepararsi al meglio per gestire l’emotività, lo stress di una situazione di emergenza.
Qualsiasi sia l’obiettivo di una simulazione è quindi estremamente importate riprodurre scenari e situazioni in alta fedeltà.
In campo medico sono molteplici i fattori che portano alla resa di alta fedeltà degli scenari, partendo da manichini con elevate performance tecniche, istruendo adeguatamente degli attori e riproducendo l’ambientazione dove potrebbe svolgersi un possibile scenario.
Quando si parla di emergenze mediche è essenziale inserire in quest’ultimo punto il moulage, più semplicemente definito “trucco scenico”.
Lo scopo del moulage è quello di rendere la simulazione completa in ogni sfaccettatura, riproducendo con tecniche di trucco, condizioni mediche su cui intervenire (ferite, ustioni, contusioni…..).
L’importanza del trucco ad alta fedeltà è stata compresa nel secolo scorso. Secondo documenti storici nel 1939, durante la seconda Mondiale, l ’esercito Britannico utilizzò il moulage truccando attori professionisti su cui riproducevano varie ferite e patologie riconducibili al un conflitto armato in essere.
L’ obiettivo era semplice: preparare maggiormente il personale sanitario alla visione di ferite e traumi che si potevano verificare in guerra, facendo loro acquisire velocemente la lucidità ed il coraggio indispensabili in ogni tipo di emergenza bellica. Negli 1944 in Gran Bretagna, Danimarca e Svizzera, di seguito in Francia nel 1950 ed in Svezia nel 1953, iniziarono a prendere sempre più campo le discipline delle patologie simulate e truccate.
Come formatore sanitario della Misericordia in cui sono volontaria, per anni ho cercato di trovare un modo per affiancare alla lezione frontale qualcosa che facesse toccare con mano ai partecipanti ciò che gli spiegavamo, portandomi a seguire corsi specifici di trucco per la creazione di effetti speciali nel primo soccorso.
La prima volta che utilizzammo in associazione solo l’approccio realistico alle patologie con la semplice riproduzione di alcune ferite, notammo che l’argomento proposto con l’utilizzo del trucco era rimasto più impresso nella mente degli aspiranti soccorritori.
Poco dopo ho conosciuto il gruppo SIMMI di Federazione Misericordie Toscana che portava e porta avanti un progetto di formazione in emergenza con l’utilizzo di simulazioni ad alta fedeltà…. da allora è nato uno sposalizio perfetto che sta portando davvero buoni risultati nella formazione dei soccorritori!
Il trucco scenico si esegue con materiali di vari, dal lattice prevulcanizzato alle plastiline, utilizzando tecniche di applicazione sull’attore che possono essere estemporanee (costruendo la ferita direttamente sul corpo della persona) o prostetiche (costruendo la ferita il laboratorio), che seguono quasi naturalmente i movimenti e che, con tecniche pittoriche, si confondono in modo naturale con il corpo di chi interpreta la persona ferita o con patologie di vario tipo.
Essere truccatori significa seguire costantemente corsi di aggiornamento su tecniche pittoriche e di utilizzo/applicazione di materiali sempre più innovativi, informarsi e formarsi circa l’anatomia della persona e sui tipi di patologie che si desiderano riprodurre in simulazione.