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I fattori umani

i fattori umaniL’importanza dei “fattori umani”, i cosiddetti “human factors” in lingua anglosassone, è stata da tempo riconosciuta in diversi settori tra cui l’aviazione civile, l’industria in senso lato e tutte le attività riconducibili al settore militare.

Abbiamo visto in un post precedente il ruolo della simulazione in situ nel ricerca degli errori latenti e dei fattori umani, in questo post andiamo a indagare nello specifico l’applicazione della disciplina dei fattori umani in sanità.

Ma facciamo un salto indietro, cosa si intende per fattori umani?

L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) definisce i fattori umani come: 1) lo studio di tutti i fattori che servono per rendere più facile lavorare nel modo più corretto 2) si applicano dovunque ci sia lavoro per l’uomo 3) inoltre a volte sono conosciuti come ergonomia.

In sanità i fattori umani sono stati solo recentemente assimilati a prendere parte essenziale nel percorso della sicurezza del paziente. Essi sono stati presi in causa come maggiore causa di comparsa di effetti avversi in sanità.

Per la loro peculiarità risulta ai giorni d’oggi inconcepibile che in alcuni casi i lavoratori ancora non siano capaci di comprenderne l’importanza e non conoscano i principi fondamentali che sono alla base di questi fattori.

Lo studio dei fattori umani è una disciplina e come tutte le discipline possiede degli esperti.

Ma quali sono i ruoli degli esperti nei fattori umani?

Gli esperti di fattori umani hanno numerosi ruoli che variano anche dai tipi di attività lavorative, dalle caratteristiche intrinseche ed estrinseche del lavoro e degli ambienti di lavoro, dalle diversità delle procedure e protocolli ma in generale svolgono tre compiti fondamentali:

  1. disegnano miglioramenti nel luogo di lavoro e le attrezzature per adattarsi alle capacità e alle limitazioni umane
  2. diminuiscono la probabilità che si verifichino degli errori
  3. rendono più facile ai lavoratori ottenere di lavorare nel modo più giusto e corretto.

Per quanto riguarda i lavoratori del campo sanitario la disciplina dei fattori umani è di ampia applicazione, può applicarsi per esempio al giovane medico ansioso di imparare nuove procedure e protocolli ma nello stesso tempo stanco per l’affastellarsi dei turni di lavoro e preda dell’inesperienza così come al medico molto esperto, anziano, rilassato e talvolta molto confidente nelle sue capacità.

In sanità esistono una serie di passaggi molto vulnerabili ai fattori umani.

Un esempio sono le attività di prescrizione, preparazione e somministrazione dei farmaci, il passaggio di consegna dei pazienti ad altri professionisti o le dimissioni, la movimentazione e lo spostamento dei pazienti ecc.

Questi passaggi, come molti altri, sono dei momenti molto critici per la sicurezza del paziente e scopo della disciplina dei fattori umani è renderli più facili possibile per gli operatori in modo da aumentare il grado generale di sicurezza.

Per rendere la cosa pratica immaginiamo di lavorare in un’ambulanza ed aprire velocemente l’ampollario dei farmaci a disposizione per l’emergenza, ci troveremo di fronte a numerose fiale spesso dello stesso colore e della stessa forma con i nomi ed il principio attivo talvolta serigrafati sul vetro in maniera semitrasparente e difficilmente leggibili al buio, sotto la pioggia e in generale in condizioni disagevoli come quelle proprie della medicina territoriale.

Questa è una situazione ad alto rischio dove in alcuni paesi gli esperti dei fattori umani sono intervenuti creando delle siringhe pre-riempite e pre-dosate usando speciali codici colore per il riconoscimento. Un altro esempio è il design di costruzione di certi apparecchi come le pompe di infusione, un discorso è il loro uso in un reparto di medicina un altro il loro uso in un affollato e agitato dipartimento di urgenza e ancora di più su di un’ambulanza.

Anche in questi casi il design e la giusta applicazione degli apparecchi medicali devono essere verificati e curati da esperti di fattori umani.

La sanità è un campo molto complesso dove si usano apparecchiature ad alta complessità e allo stesso modo di come avviene nell’aviazione, la scienza dei fattori umani deve saper disegnare ambienti di lavoro e apparecchiature cercando di ridurre al minimo la probabilità di errore e le sue conseguenze.

Tutto questo però prescinde dal fatto che l’errore è comunque inevitabile, l’infallibilità fa parte del genere umano “Cuiusvis hominis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare” (“è cosa comune l’errare; è solo dell’ignorante perseverare nell’errore”) Cicerone (Filippiche, XII. 5) e che dobbiamo sempre assumere che degli errori si dovranno prima o poi verificare.

Ma se da una parte proprio l’infallibilità non è propria del genere umano dall’altra parte i lavoratori sono ben capaci di compensare anche i lati poco chiari delle procedure e le progettazioni complesse di apparecchi e strumenti.

La mente umana è molto flessibile, potente, capace di trovare scorciatoie, filtrare informazioni e abile a capire il senso generale delle cose ma anche in questi casi e soprattutto in questi casi le decisioni prese e considerate giuste possono essere imperfette. Il fatto che in buona fede ad esempio troviamo una rapida, soddisfacente soluzione al difficile funzionamento di una pompa di infusione questo può portarci ad errori “stupidi ” ma a volte disastrosi come possono essere quelli del blocco della pompa e alla mancata somministrazione del farmaco o la somministrazione di quantità non corrette di esso.

Questi errori “stupidi ” vengono fatti a prescindere dal grado di istruzione, esperienza, intelligenza, motivazione, semplicemente l’uomo commette errori. Quando questi errori vengono fatti in un ambiente sanitario possono compromettere anche fatalmente la sicurezza del paziente.

James Reason, celebre professore di psicologia inglese che ha introdotto l’approccio sistemico allo studio degli errori con la teoria delle lacune latenti, definisce l’errore comeil fallimento di un’azione pianificata per raggiungere il suo risultato predestinato” e come “una deviazione tra ciò che è stato effettivamente fatto e ciò che si sarebbe dovuto fare”. Ossia fare la cosa sbagliata quando si crede di fare la cosa giusta.

La scienza dei fattori umani e in particolare Charles Vincent professore di psicologia, ricercatore ed esperto di rischio clinico e fattori umani, ha cercato di comprendere ed elencare quali sono le situazioni associate ad un aumentato rischio di errore: scarsa familiarità con il compito, inesperienza, mancanza di tempo, controllo insufficiente, procedure scarse e povere, interfacce uomo apparecchiature scarse e deboli.

Se a queste situazioni proviamo a sommare una o più condizioni, psicologiche o biologiche individuali della persona/lavoratore, come: limitate capacità di memoria, lo stress, la fame, la malattia, fattori linguistici o culturali, la noia, la stanchezza, atteggiamenti pericolosi, il risultato sarà inevitabilmente una maggiore predisposizione agli errori e un maggior rischio che essi si verifichino.

Ad esempio, le recenti normative introdotte anche in Italia sulla regolazione delle turnazioni di lavoro di medici e infermieri non permettono di effettuare turni di lavoro superiori a un tot di ore in mancanza di un adeguato periodo intercorrente di riposo.

E’ stato accertato dagli esperti di fattori umani che la privazione di sonno della durata di 24 ore può essere quantificata come un contenuto di alcool nel sangue pari allo 0,1%.

Le stesse regole sono applicate da anni all’aeronautica dove nelle rotte intercontinentali i piloti devono alternarsi in periodi di riposo necessari per affrontare al meglio le complesse fasi di atterraggio degli aeromobili. Un triste e famoso incidente aereo del recente passato è stato dovuto ad un concatenarsi di fattori tecnici e procedurali sulla base però di un errore primario effettuato dal pilota attribuito alla mancanza del rispetto delle ore di riposo.

Inoltre è stata dimostrata una interdipendenza stretta tra stress e performance, esiste una fase chiamata di “ottimo stress” che favorisce in qualche modo la performance ma esiste al contempo anche un’altra fase di basso stress che può condurre alla noia e all’abbandono, ed una di eccessivo stress che può condurre all’ansia non costruttiva e al panico.

Ad esempio un medico ancora in formazione che effettua una nuova procedura complessa da solo sarà molto ansioso ma nello stesso tempo molto attento a non distrarsi per occuparsi pienamente del compito, ma se egli è reduce da una notte di guardia e non supportato da un tutor sarà più incline a commettere un errore nella procedura. Al contrario un medico esperto, iper-confidente nella procedura, riposato ma nel contempo annoiato dalla routine sarà più incline a quei tipi di errore dovuti a fenomeni di distrazione.

Concludendo, gli errori umani sono inevitabili anche per i lavoratori più esperti, ci sono situazioni che possono aumentare l’incidenza di errori, l’attenzione ai principi della disciplina dei fattori umani può ridurre gli errori e le loro conseguenze, l’ingegneria e il design secondo i fattori umani possono accomodare i luoghi di lavoro e le strumentazioni alle limitazioni della performance umana.

Based on the WHO Multi-professional Patient Safety Curriculum Guide, URL
http://www.who.int/patientsafety/education/curriculum/en/index.html , © World Health Organization, 2011. All rights reserved.

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Francesco Dojmi di Delupis

Medico di medicina di emergenza-urgenza, esperto di simulazione medica, Human Factors e Crisis Resource Management. Crede che la diffusione della simulazione medica e di un debriefing di qualità possano aumentare la sicurezza globale del paziente e degli operatori sanitari.
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