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Come strutturare il debriefing

come strutturare il debriefingCome abbiamo detto in altri post, esistono molti modi di fare un debriefing, come esistono molte scuole di insegnamento di questa pratica ma quale sia il tuo approccio è importante che tu segua e mantenga un modo strutturato e organizzato per condurlo.

Generalmente si distinguono tre fasi, la fase delle reazioni, la fase dell’analisi e la fase di sintesi dell’apprendimento con la conclusione.

Ti invito a seguire sempre queste tre fasi.

Nella fase delle reazioni cerca di mantenere un atteggiamento positivo invitando i partecipanti ad esprimere le loro iniziali reazioni sul caso, le procedure e l’accaduto permettendo e stimolando la fuoriuscita del lato emotivo più che del lato riflessivo.

Questa fase è importante per te facilitatore per prendere informazioni e facilitare la discussione e per i partecipanti per liberarsi delle emozioni iniziali. Invitare a parlare e ascoltare porta i partecipanti a sentirsi in un ambiente sicuro e facilita la fase successiva di analisi.

I commenti dei partecipanti ti aiutano anche a capire quali sono gli argomenti per loro e per te importanti da approfondire.

Accetta e incoraggia le reazioni, se noti molta confusione e tensione da parte di qualche partecipante, dai spazio anche in questa fase ad una breve discussione dei fatti, che approfondirai successivamente, questa tecnica può liberare il partecipante dalla confusione e renderlo più sicuro, tranquillo e lucido per la fase di analisi.

Non ridicolizzare le risposte e i commenti dei partecipanti, non assumere un atteggiamento sulla difensiva se i partecipanti esprimono sensazioni ed emozioni negative. Non tralasciare mai questa fase.

Lo scopo della fase di analisi è di permettere di dare un senso a ciò che i partecipanti hanno simulato ed in particolare dare un significato agli eventi accaduti in linea con gli obiettivi di apprendimento dichiarati.

Come debriefer devi arrivare a rendere visibili i modelli mentali, i processi di pensiero e le sensazioni che hanno guidato le azioni dei partecipanti.

Devi poi analizzare questi “binari che hanno guidato la performance” stimolando i partecipanti a rafforzare o ripensare i processi mentali in modo da assicurare una migliore performance quando si andrà ad affrontare la stessa o una simile situazione in futuro.

Per far questo fai domande che portino i partecipanti a discutere e riflettere su quello che è accaduto durante la simulazione e sui loro pensieri in quei momenti. Ascolta i partecipanti e se necessario e corrispondente agli obiettivi di apprendimento porta brevi contributi educativi dal tuo ramo di esperienza.

E’ importante passare il tempo sugli argomenti preferiti dai partecipanti ma ricorda di dare spazio sufficiente a quelli inerenti agli obiettivi educativi preposti.

Azioni incorrette sono quelle di dare subito la soluzione ai partecipanti dicendo cosa dovrebbero fare per migliorare la prossima volta o fare un elenco di cose da trattare non considerando il punto di vista e le necessità dei partecipanti. Un altro errore è di non considerare o sminuire le spiegazioni date dai partecipanti sui comportamenti adottati.

La fase di sintesi, di conclusione, non è una fase di “liquidazione” delle attività.. ok il tempo è finito … andiamocene tutti a mangiare ora.. grazie; ma una fase attiva dove si dichiara che stiamo concludendo ma che è anche importante definire cosa ci porteremo a casa.

Per far questo è importante riassumere la sessione e i punti salienti e traslare ciò che i partecipanti hanno imparato in principi che immagazzineranno per le esperienze successive.

Poni ai partecipanti domande del tipo: cosa è andato bene? Date queste circostanze cosa potresti fare in maniera diversa la prossima volta? Cosa ci portiamo a casa?

In ogni caso se i partecipanti non riescono a riassumere tutti i punti principali aiutali te a coprire quelli mancanti.

Consiglia letture o attività che i partecipanti possono fare per aumentare la loro conoscenza e performance.

Un errore comune da evitare è monopolizzare questa fase solo con il proprio punto di vista e ancora peggio, concentrare una propria lezione in questo momento.

Ricorda di dare spazio ai partecipanti di trarre le loro conclusioni.

Stressa il fatto che il debriefing non è una esperienza isolata ma è solo una parte del ciclo di apprendimento, esso non avrebbe nessun senso se poi l’esperienza analizzata e riflettuta non venisse traslata e ricollocata in una esperienza futura reale o simulata che sia.

Anche oggi grazie per aver letto fin qui, ti auguro una buona simulazione!

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Francesco Dojmi di Delupis

Medico di medicina di emergenza-urgenza, esperto di simulazione medica, Human Factors e Crisis Resource Management. Crede che la diffusione della simulazione medica e di un debriefing di qualità possano aumentare la sicurezza globale del paziente e degli operatori sanitari.
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  1. Silvia Bruletti ha detto:

    Sono un Coordinatore infermieristico e counselor, mi sto preparando alla conduzione del mio primo debriefing in un contesto a cui i debriefing sono pressoché sconosciuti. L’articolo mi è sembrato molto utile.

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